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Matteo Guarnaccia, Watermelon Sutra, 2009, acrylic on canvas, 69x83 cm

18.09 – 7.11.2009

MATTEO GUARNACCIA – Another Fucking Art Show

a cura di Sergio Calatroni

La galleria di Antonio Colombo apre la stagione, a settembre, con una mostra di Matteo Guarnaccia, la prima completa e organica in una galleria milanese, a cura di Sergio Calatroni. Artista e inventore di mondi, Guarnaccia ha creato un’iconografia unica e slegata dalle mode, il cui tema centrale è l’armonia e la connessione tra tutte le forme di vita.

La sua arte è talmente libera da sfuggire alle etichette e classificazioni che nel corso del tempo hanno provato ad affibbiargli – re della psichedelia, agitatore pop, visionario, Bosch contemporaneo, spirito guida dell’underground. Per lui “underground” non è stata la banalità della trasgressione fine a se stessa, quanto l’amorevole coltivazione di valori etici che sono alla base dell’essere umano. Si è confrontato con i Preraffaelliti, il Surrealismo, il Dada, la Pop Art, il Primitivismo, l’arte indo-himalayana e precolombiana, per arrivare ad un’essenzialità fatta di humour, erotismo, misticismo, con rimandi ai cartoons degli Anni Trenta.
Come scrive Sergio Calatroni nel suo testo introduttivo, l’arte di Matteo Guarnaccia emana: “Un sapere condiviso e non un sapere celibe. Un sapere che ha il potere di influire e cambiare la realtà delle cose, che non sono immutabili. Un sapere benefico che si allarga sempre di più”. E ancora: “Possiede una dimensione prevalentemente votiva che è anche di auspicio, perché segnala delle nuove latitudini delle intuizioni e delle visioni che fanno sempre riferimento all’energia straordinaria della gioia e all’amore. In un’epoca caratterizzata dalla conflittualità e dalla divisione, ogni indizio di richiamo a una dimensione di solenne e solare ammissione al bene è assai preziosa”.
Il tema della mostra, provocatoriamente intitolata Another Fuckin’ Artshow, riprende l’immaginario felicemente psichedelico della rivista “Insekten Sekte” che l’artista ha fondato (appena quindicenne) e diffuso in tutto il mondo, da Londra a Goa, tra il ’69 e il ’75; foglio folle, nomade e clandestino, ipotetico luogo di incontro tra Frank Zappa, Lewis Carroll e Carlos Castaneda.
Per l’occasione verrà presentata un’edizione speciale e limitata di alcuni numeri della leggendaria rivista, raccolti in una speciale cartella, accompagnati da un inedito numero fantasma.
Matteo Guarnaccia presenta poi una serie di dipinti su tela e di disegni su carta, da cui si sprigionano lussureggianti mondi tribali e inaspettate mappe fantastiche della città di Milano (proposte per una Expo de-materializzata). Una serie di visioni da giardinaggio cosmico, una guida magica e charming per osservare ciò che ci circonda con occhi diversi.
L’innata curiosità di Matteo Guarnaccia lo ha portato ad affrontare i campi di espressione più diversi. Un atteggiamento in cui il critico giapponese Yaneura ha riconosciuto il più prezioso dna italiano: per lui il nostro artista è un perfetto rappresentante di “Uomo del Rinascimento”. Infatti scorrendo il suo curriculum lo troviamo navigare dall’arte (mostre internazionali, installazioni alla Triennale di Milano o alla Hall of Flowers di San Francisco) alla moda (Biba, Corso Como 10, Vivienne Westwood, Malo); dal design (Bruno Munari, Atelier Mendini, Italo Rota & Partners, Yoox, Coin) alla scrittura (una ventina di saggi dedicati alle avanguardie/controculture del Novecento); dal giornalismo (Vogue, Rolling Stone, Abitare, Zoom, Gap Japan, Wired, D-La Repubblica, Alias) all’insegnamento (visiting professor alla NABA, DAMS, Domus Academy, Accademia di Carrara, IUAV); dalla curatela (le prime mostre tenute in Europa sulla Skate Art, sul movimento Provos, sulla Psichedelia, la prima esposizione in Italia dedicata a Vivienne Westwood, una mostra dedicata a Giorgio Gaber) alla musica (Byrds, Donovan, Timoria).
Durante la mostra sono previste, nel mese di Ottobre, alcune serate di musica unplugged, con Mino De Martino (ex-Giganti), Attilio Zanchi e altri.

Matteo Guarnaccia è nato il 19 dicembre 1954 a Milano, dove vive e lavora.

Matteo Guarnaccia, Non si può fare una frittata senza rompere delle uova, 2009, acrylic on canvas, 115x73 cm
Matteo Guarnaccia, Watermelon Sutra, 2009, acrylic on canvas, 69x83 cm
Matteo Guarnaccia, L'annuncio, 2009, acrylic on canvas, 78x97 cm
Matteo Guarnaccia, Pedal Sutra, 2009, acrylic on canvas, 93x100 cm
Matteo Guarnaccia, Planets Gardening, 2007, acrylic on canvas, 61x207cm
Matteo Guarnaccia, Una piazza a misura D'uomo e di altri esseri, 2009, acrylic on canvas, 195x207 cm
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