Equinozio 1

26.3 – 22.5.2015

108 – The Rite of Spring

Antonio Colombo inaugura per Little Circus – spazio interno alla galleria dedicato a progetti speciali – una personale di 108, nome d’arte di Guido Bisagni, uno dei primi artisti a lavorare nell’ambito del post-graffitismo.
Per la mostra The Rite of Spring 108 ha realizzato lavori originali su tela e su carta che sviluppano la relazione tra forme astratte e potenzialità cromatiche che da sempre contraddistingue la sua arte. Influenzato da artisti quali Kandinsky, Arp o Burri, per le ricerche che hanno condotto sul rapporto tra forma e colore, 108 prende a riferimento anche fonti più lontane nel tempo e nello spazio, come il segno espressivo delle incisioni rupestri e l’attributo magico dello sciamanismo.
L’indagine proposta per tale occasione verte sull’interpretazione pittorica dell’equinozio di primavera, punto di equilibrio tra giorno e notte, estate e inverno, tanto effimero quanto instabili appaiono le forme deputate a evocarlo. Queste sono infatti soggette a forze contrapposte, individuabili nei contrasti cromatici e in una linea che da curva si fa presto spigolosa. Nel parallelismo tra giorno e notte, la gamma cromatica oscilla tra tonalità luminose e “ombreggiate” così come il pensiero che dà forma all’immagine si dibatte tra razionalità e irrazionalità, tra logica e caos, in uno scontro denso di introspezione ed emotività.

108 nasce ad Alessandria nel 1978. All’inizio degli anni ’90, durante un viaggio a Ginevra, vede i primi graffiti con cui si cimenterà per tutto il decennio, studiando la lettera nelle forme più classiche del genere. Nel ’97 si trasferisce a Milano dove si iscrive alla facoltà di Architettura al Politecnico (dove si laureerà in Disegno industriale) e dove viene in contatto con le avanguardie di inizio XX secolo e decide di cambiare il suo nome con una cifra dai significati esoterici. A cavallo dei due millenni le prime forme gialle appaiono nelle strade di Milano, Berlino, Londra, New York, Parigi… è sua ferma intenzione creare una forma di caos visuale. Come il muschio entra solitario all’interno di fabbriche ed edifici abbandonati, così frequenti in un’area post industriale quale il nord ovest italiano. Nel frattempo è invitato alle primissime esposizioni ufficiali come Nusign 2.4 a Parigi nel 2004, mostra dedicata al nuovo graffitismo europeo, e a dipingere all’Arsenale con J.R. E Daim, durante la Biennale di Venezia del 2007. Nel 2008 è a Los Angeles per Nomadaz presso lo Scion space. Gira molti dei principali festival internazionali dedicati al nuovo muralismo e allo stesso tempo si cimenta anche con sculture, suoni e installazioni in decine di mostre personali e collettive, continuando però la sua personale ricerca su forma e colore con interventi non commissionati. Nel 2014 partecipa alla biennale di arte urbana di Mosca Artmossphere e a gennaio alla grande collettiva Mapping the City curata da Rafael Schacter alla Somerset House di Londra. Tra le mostre personali più recenti si segnalano La forma dell’Ignoto (2015) presso la Ego Gallery di Lugano (Ch), che ha affiancato alle opere dell’artista lavori originali di Kandinsky, Jean Arp e Imre Reiner; Solstizio d’Inverno presso Studio Cromie a Grottaglie, Passaggi Concreti a Studio d’Ars a Milano, Genius Loci presso le Sale d’Arte della Città di Alessandria, dove vive, e LAVA presso Van Der a Torino, tutte datate 2014.

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