26.09 – 9.11.2013
EL GATO CHIMNEY – Crossroads
a cura di Michela D’Acquisto
Il 26 settembre Antonio Colombo inaugura la nuova stagione espositiva con la personale di El Gato Chimney, dal titolo Crossroads.
E’ indubbiamente un momento cruciale della carriera artistica di El Gato Chimney quello rappresentato dal corpo di lavori che costituiscono Crossroads, frutto di una ricerca approfondita in ambito antropologico e folkloristico.
L’artista non abbandona le suggestioni fiamminghe che hanno caratterizzato le sue opere precedenti, ma le utilizza come sfondo su cui ricamare i temi della mostra: le credenze e le superstizioni, il legame indissolubile fra natura e uomo, i miti tramandati oralmente, la religione del popolo, intesa come insieme di artefatti e gesti apotropaici.
El Gato Chimney attinge al folklore europeo e dipinge la silhouette delicata delle croci lituane, chiede in prestito alla cultura tribale oceanica le maschere variopinte che adornano i suoi personaggi misteriosi (alberi, animali, o forse persone travestite per officiare chissà quale rituale), in una commistione ben riuscita di epoche e di tradizioni, perchè celebrare la vita e sfuggire alla morte è il desiderio che accomuna tutti gli uomini.
Filo conduttore della narrazione è il crocicchio, l’incrocio di tre strade sacre alla dea Ecate, luogo dove convergono il giorno e la notte, il mondo dei vivi e quello sotterraneo delle ombre.
Non mancano i dettagli da sempre cari all’artista: a metà fra un cassetto pieno di cose dimenticate e una “camera delle meraviglie”, sono presenti campanelli, chiavi, ex-voto, oggetti all’apparenza quotidiani abbandonati per sempre o lasciati in attesa di qualcosa o qualcuno, particolari impercettibili tracciati da una linea leggera di matita.
Oltre ai dipinti su tela e ai disegni su carta, El Gato Chimney presenta un’installazione site-specific e due maschere feticcio realizzate con found objects e tessuti riutilizzati.
El Gato Chimney (Marco Campori) è nato nel 1981 a Milano, dove vive e lavora.
Autodidatta, con un background da street artist e una passione ai più sconosciuta per l’incisione, ama definire gli artisti che ha incontrato durante gli anni trascorsi a dipingere in strada come i suoi veri maestri, in particolare lo statunitense Doze Green.
Le sue influenze sono molteplici: l’arte fiamminga, sacra e tribale, l’esoterismo, il folklore, il realismo magico in letteratura.
Ha esposto in numerose gallerie e musei internazionali, come Museo D’Arte Contemporanea MADRE, Napoli, Musei Capitolini – Centrale Montemartini, Roma, Museo Della Permanente, Milano, Thinkspace Gallery, Los Angeles, Triennale Di Milano, Milano.
Tra le pubblicazioni, si ricordano Arte Contemporea Volume 7 “Ambienti” (Electa per Repubblica – L’Espresso, 2008, Italia), Hunt And Gather (Mark Batty Publisher, 2010, Stati Uniti), Los Colores Del Underground (Astiberri, 2009, Spagna).