Daniel Johnston, Star Wars Is Now Star Peace, 2005, Pen And Marker On Paper, 28×21,5 Cm

22.05 – 4.07.2008

Daniel Johnston – The Devil and the Daniel

a cura di Luca Beatrice

Il 22 maggio 2008 la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano inaugura la prima mostra personale in Italia di Daniel Johnston, a cura di Luca Beatrice.
Celebrità della scena underground, outsider dell’ultima scuola di cantautori americani, la musica di Daniel Johnston tocca corde universali. Con la sua voce nasale e nervosa racconta i fatti più drammatici dell’esistenza senza mai scadere nel patetismo. Nel fervore del post-punk reinventa il termine Lo-Fi: nei suoi testi alterna filastrocche nonsense a confessioni intime e disperate, versi lunghissimi a rime sorprendenti. Si tratta di suoni privi di artifici, dove non c’è distinzione tra l’uomo e l’artista.
Daniel Johnston nasce nel 1961 a Sacramento (California) da una famiglia cattolica metodista. All’età di otto anni inizia a disegnare fumetti ispirati a King Kong, Godzilla, alla Bibbia e al suo gatto. Da adolescente si appassiona alla musica: Bob Dylan, Neil Young, Sex Pistols e soprattutto i Beatles. A vent’anni, nel garage di casa, registra con un mangianastri la sua prima canzone, Song Of Pain, ispirata all’amore non corrisposto di Laurie, amica e compagna di studi. Al manifestarsi della prima sindrome maniaco-depressiva abbandona il college e si trasferisce a Houston presso il fratello Dick. Lavora in un parco giochi e continua a incidere canzoni di nascosto. A causa delle continue tensioni con la cognata si trasferisce a San Marcos (Texas) dalla sorella Margy dove registra il primo album distribuito Hi, how are you? nel corso di una violenta crisi di nervi. Nonostante le preoccupazioni dei famigliari per il suo stato di salute, Daniel lascia la città insieme ai lavoratori di un Luna Park. Per nove mesi vende popcorn in giro per l’America. Decide di fermarsi ad Austin, una sorta di Mecca dell’illustrazione underground. Lungo Guadalupe Street distribuisce gratuitamente le sue cassette, come fossero biglietti da visita, diventando subito una sorta di leggenda locale tanto da venir segnalato allo show itinerante di MTV Cutting Edge. La sua prima performance live si tiene al Beach quando apre il concerto della band Glass Eye. La distribuzione ufficiale inizia nel 1986. Nello stesso anno l’Austin Chronicle lo elegge “Songwriter and Best Folk Artist of the Year”. Con vent’anni di carriera alle spalle, oggi Johnston è un classico. Tra i suoi fan appassionati ci sono i Sonic Youth, i Rem, i Pearl Jam, Beck, David Bowie e Steven Spielberg. Kurt Cobain lo adorava e spesso indossava una t-shirt, divenuta storica, con un suo disegno.
Noto più per la sua produzione musicale, Daniel Johnston è però anche artista visivo molto stimato. La notorietà è stata raggiunta con l’invito alla Biennale del Whitney del 2006. Le sue illustrazioni affondano le radici nell’immaginario puerile: l’innocenza dell’infanzia si mescola alle peggiori paure legate all’età adulta. Daniel sviluppa così un suo universo parallelo generato dall’ossessione più che dall’intelletto, riorganizza il mondo secondo il proprio punto di vista. Si ispira inizialmente ai personaggi dei fumetti e dei cartoni, all’Incredibile Hulk, a Capitan America, ma anche a Frankenstein e il fantasmino Casper.
Col tempo le creature si trasformano nei loro opposti, le trame diventano sempre più intricate. Nelle coloratissime illustrazioni raffigura un ciclo vitale dal sapore mitologico: nascita, sviluppo, malattia, morte, redenzione. Nascono poi nuovi personaggi come Jeremiah The Frog, simbolo positivo di speranza, The Duck, un esplicito richiamo fallico, Sassy Fras The Cat, sua primissima creazione che si evolve in una ragazza poi in un uomo e poi ancora in un supereroe che combatte le forze del male; un omino in mutande a pois, Polka Dot Underwear Guy, il suo alter ego già all’epoca del liceo. Quest’ultimo soggetto, rappresentato spesso senza volto o senza testa si trasforma sovente in un altro personaggio, il pugile Joe the Boxer con la sommità della testa aperta, come fosse stata scoperchiata. Alcuni simboli costituiscono quasi un marchio di fabbrica come i blocchetti dei bambini che richiamo all’infanzia e all’innocenza oppure le stelle simbolo della notte e della ricerca di Dio.
I sogni, ma soprattutto gli incubi di Daniel Johnston ritornano nella sua prima personale italiana da Antonio Colombo Arte Contemporanea in una serie di disegni colorati o in bianco e nero che raccontano la perenne lotta tra bene e male secondo il folle immaginario dell’artista. Verrà presentato anche il film-documentario del regista indipendente Jeff Feuerzeig The Devil and Daniel Johnston (USA, 2005, Tartan DVD). La pellicola, sulla base delle testimonianze dei genitori, dei fratelli, dell’ex manager Jeff Tartakov, di giornalisti, amici e musicisti, ripercorre l’esistenza tormentata dalla malattia e la carriera artistica di un vero e proprio cult-hero. Premiata nel 2005 al Sundance Festival, la produzione include un vasto repertorio di materiale video e audio (registrazioni amatoriali, lettere audio, fumetti, disegni) oltre a numerose interviste. In questo ritratto crudo e sincero ritroviamo tutti i momenti più significativi della vita di Johnston, dall’amore per Laurie alle crisi maniaco depressive, dai tormenti religiosi alla smania di successo: pregi e difetti di un talento autentico. Materiale illustrativo sulla carriera dell’artista – il libro The Life, Art & Music of Daniel Johnston (prima edizione 2000) e i suoi ultimi CD – saranno disponibili in galleria.

Discografia selezionata:
2008 – The Death of Satan (Danny and the nighmares); 2006 – The Electric Ghosts w/ Jack Medicine; 2004 – White Magic; 2006 – Lost and Found [UK]; 2002 – Happy Heart; 1999 – Why Me?; 1992 – Frankenstein Love; 1989 – It’s Spooky w/ Jad Fair; 1983 – Hi, how re You?; 1983- Yip / Jump Music; 1981- Songs of Pain.

Mostre personali recenti: 2006 – The Story of an Artist, Clementine Gallery, New York; 2005 – Excuse Me Im Famous, Art’s Factory, Parigi; Exposition Daniel Johnston, Mediatheque Associative de Musicopages, Tolosa; Last Night Daniel Johnston Saved My Life, Librarie/Bookshop Le bleu fouillis des mots, Chateauroux (Francia); 2003 – Bookshop Florence Loewy, Parigi; 2002 – He’s either on his way to Heaven or Hell, art&com, Bruxelles.

Mostre collettive recenti:2006 – Day For Night, Whitney Museum of American Art, New York; 2005 – Le Jeune, le vivace et le bel aujourd’hui, Maison Populaire Centre d’Art Mira Philaina, Montreuil (Francia); 2005 – Superheroes of the Subversive, Escapist Artspace, Austin (Texas); 2004 – These Are a Few of Our Favorite Things, Spitz Gallery, Londra; 2003 – Cultura Basura, CCCB Centro Cultura Contemporanea de Barcelona, Barcellona.

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