18.09 – 26.10.2001
SENZA MANI! PROVOS E BICICLETTE BIANCHE
a cura di Marco Cingolani e Matteo Guarnaccia
Per la prima volta in Italia viene presentata una mostra dedicata al movimento olandese dei Provos (“provocatori”). Gruppo antiautoritario, non-violento, ed ecologista ante-litteram, è stato fonte di ispirazione dei movimenti giovanili di protesta sorti in Europa ed in America negli anni ‘60. Composto da un’inedita confraternita di artisti, teppisti e visionari, tra il 1965 e il 1967, il movimento instaurò per le strade di Amsterdam una fugace e illegale Repubblica Anarchica fondata sull’happening e sulla burla. Maestri nella manipolazione dei media, cultori della trasformazione dell’arte da decorazione a espressione di indipendenza e di gioia di vivere, i Provos hanno costantemente agito in rotta di collisione con l’autorità costituita. La loro percezione di “muoversi nel mondo come ciclisti su un’autostrada” li spinse a scegliere come proprio simbolo totemico una bicicletta dipinta di bianco, bicicletta collettivizzata, allo stesso tempo geniale reincarnazione del cavalluccio a dondolo dadaista e arma contro la proprietà privata capitalista. I Provos, prototipo perfettamente riuscito dell’homo ludens, figli illegittimi del situazionismo, hanno tra l’altro brillantemente interpretato e reintrodotto lo sciamanesimo nella cultura occidentale (prova ne è lo spazio a loro dedicato nell’epocale mostra sulle civiltà sciamaniche, “From Siberia to Cyberspace”, tenutasi al Tropenmuseum di Amsterdam nel 1997).
SENZA MANI!, dedicata all’esplorazione dell’aspetto ribelle ed iniziatico della bicicletta, mette in mostra una rara serie di documenti originali sui Provos (foto, volantini, manifesti, pubblicazioni, video) accompagnati da un percorso visivo e sonoro legato all’uso deviato e trasgressivo della bicicletta: dal papà della patafisica Alfred Jarry alla Rote Arme Fraktion, dalle suffragette all’inventore dell’LSD Albert Hoffman, dalla musa warholiana Nico ai Vietcong, da Pierre Clementi protagonista di “Sweet Movie” alla svizzera ribelle Annemarie Schwarzenbach, dai bike messengers newyorkesi alla psichedelia dei Tomorrow.
Una sezione della mostra sarà dedicata alla leggendaria pista di Ho Chi Minh che attraversava la giungla indocinese da Nord a Sud e che serviva ai guerriglieri anti-imperialisti per trasportare i loro rifornimenti bellici su vecchie bici francesi con i telai rinforzati. A questo tema sarà dedicata l’installazione che riprodurrà su una parete della galleria la mappa con la pista di Ho Chi Minh. L’installazione prevede l’intervento di una trentina di artisti, tra i quali: A. Aquilanti, S. Arienti, L. Arrhenius, S. Avveduti, Bad Trip, A. Bazan, C. Benvenuto, L. Bertasso, P. Calignano, M. Calvert, M. Cannavacciuolo, P. Capogrosso, D. Casini, M. Cingolani, A. Contin, A. Damioli, M. Dellavedova, N. Du Pasquier, F. Fusi, D. Galliano, F. Gilberti, G. Guatta, M. Manetas, L. Pancrazzi, M. Papa, A. Pessoli, G. Pontrelli, A. Salvino, L. Scotto di Luzio, N. Verlato.
Verranno esposte anche una paio di opere di Matteo Guarnaccia dedicate ai Provos e ad Albert Hoffman e delle fotografie originali scattate nel 1966 da Massimo Vitali nel corso di una manifestazione Provo ad Amsterdam.