Zio Ziegler Installation View At The Gallery

10.04 – 6.06.2014

ZIO ZIEGLER – Et in Arte Ego

a cura di Ivan Quaroni

Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare Et in Arte Ego, la prima mostra personale italiana di Zio Ziegler, artista di San Francisco e enfant prodige della Street Art californiana.
Nato nel 1988 a Mill Valley (California), Zio Ziegler è conosciuto soprattutto per i suoi giganteschi dipinti murali caratterizzati da enormi figure zoomorfe disegnate con contorni marcati e riempite con fittissimi pattern composti di linee e segni dettagliatissimi. I suoi lavori su strada, realizzati in bianco e nero con uno stile che ricorda l’arte tribale e primitiva, sono disseminati in tutta l’area della Baia di San Francisco, dal Mission District a Sycamore street, fino al quartier generale di Facebook a Manlo Park, ma anche a Los Angeles e a San Juan (Puerto Rico).
Mentre nei wall painting l’approccio visivo di Zio Ziegler è caratterizzato da un tratto forte e incisivo e dalla caratterizzazione su vaste superfici di bizzarre figure ispirate alle mitologie primitive e alla natura – elementi che servono a suscitare una forte impressione sui passanti – nei lavori di studio, come tele e disegni, il colore prende il sopravvento e le trame diventano più complesse. L’uso dei pattern, elemento tipico del suo stile, serve a creare un effetto di straniamento nell’osservatore, favorendo, così, uno spostamento dell’attenzione dalla realtà esteriore a quella interiore. L’artista tenta, infatti, di ricalibrare i tradizionali modelli percettivi degli spettatori tramite un uso esasperato di schemi e modelli esornativi.
Per Zio Ziegler la pratica della pittura è una forma d’indagine personale e una disciplina spirituale che si esprime come un percorso erratico nei meandri dell’inconscio individuale e collettivo.
Prolifico e velocissimo quando si tratta di eseguire un dipinto su strada – che di solito finisce nell’arco di una sola giornata – nel lavoro di studio Zio Ziegler diventa più meditativo. Nelle tele, come nei wall painting, dichiara d’ispirarsi tanto alla Street Art quanto alla tradizione artistica del Modernismo europeo (da Braque a Picasso, fino a Leger), ma anche alla letteratura e al teatro classici e alle forme organiche della natura.
La tensione tra natura e artificio, tra istinto e civiltà, è uno dei temi ricorrenti della sua opera, che non contiene significati precisi, ma è piuttosto l’espressione degli stati d’animo dell’artista, fusi con un amalgama di suggestioni derivate dalle sue letture e dall’osservazione della realtà.
Genio eclettico e multiforme, Zio Ziegler non si limita a dipingere su muri e tele, ma applica il suo stile su qualunque tipo di superficie e supporto, dalle carrozzerie di automobili di lusso come Porche e McLaren, alle rampe per skateboard, dalle scarpe da ginnastica a qualsiasi oggetto gli capiti tra le mani. Convinto che l’arte debba essere accessibile a persone appartenenti a tutti i ceti sociali, Ziegler ha fondato Arte Sempre ™, una società con sede in un’ex-serra di Mill Valley, ribattezzata The Greenhouse, che si occupa di commercializzare immagini originali dell’artista, stampate su oggetti e capi d’abbigliamento come cappelli, felpe e t-shirt.
Et in Arte Ego, progetto realizzato per la galleria di Antonio Colombo, prende spunto dal motto Et in Arcadia Ego, che appare nei titoli di alcuni dipinti di Nicolas Poussin. La frase, idealmente pronunciata dalla Morte sopra un’iscrizione tombale significa “E anche io (sono) in Arcadia”. E’ un Memento Mori, un ammonimento sul carattere effimero del piacere che Zio Ziegler trasforma in una nuova sentenza sul ruolo dell’ego nell’arte.
Et In Arte Ego sostituisce l’utopia dell’Arcadia con la Pittura, identificando la morte (creativa) con i dubbi e le contraddizioni che si agitano nella mente dell’artista. Come afferma Ziegler, “i più grandi dipinti non sono stati realizzati sotto la pressione dello zeitgeist, ma provengono dal vuoto della mente”. Le nuove opere dell’artista californiano sono quindi la testimonianza di una ricerca artistica sincera che non obbedisce alle convenzioni e alle mode del tempo, ma trova la sua originalità in un processo erratico, fatto di repentine intuizioni e improvvise rivelazioni.
In mostra ci saranno più di una quarantina di opere, tra grandi tele, sculture e lavori su carta, oltre ad un wall painting di grandi dimensioni realizzato all’ingresso della galleria.

Zio Ziegler, è nato nel 1988 a Mill Valley, California. Vive e lavora a San Francisco.
Ha studiato filosofia alla Brown University e pittura alla Rhode Island School of Design. Le sue opere si possono trovare in diversi luoghi, come wall painting, e gallerie in giro per il mondo, i suoi murales sono a San Francisco, Los Angeles, Puerto Rico. E da pochi giorni anche a Milano, in Piazza della Repubblica negli spazi del Passante Ferroviario.
Collabora con importanti aziende come Vans.
Et in Arte Ego alla galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea è la sua prima mostra personale in Europa.
Tra le sue mostre personali ricordiamo nel 2014: Chasing Singularity, Artists Republic 4 tomorrow, Laguna Beach, CA; nel 2013: The Infinite, Gallery 81435, Telluride CO, Chaos/ Clarity, Ian Ross Gallery, San Francisco, CA; nel 2012 Lost Illusions, Project Gallery, Hollywood, CA.
Tra le mostre collettive: nel 2013 Winter Group Show, Stolen Space Gallery, London UK, Rise Above, Las Vegas NV, Neu-Folk, Lequivive Gallery, Oakland CA; Confluence, 5024SF Gallery, San Francisco CA, Complex Gallery, Portland, OR, Santurce es Ley, Museum of Contemporary Art Puerto Rico, San Juan Puerto Rico, Young Americans, Singapore Indonesia; nel 2012 FlashBang, Project One Gallery, San Francisco, CA; Primeval, Carmichael Gallery, Culver City, CA; and Chromatic: An Undeniable Experience, Roll-Up Gallery, San Francisco, CA.
Il suo lavoro è apparso su importanti testate internazionali tra le quali ricordiamo: The San Francisco Chronicle, Vice Magazine, Seven by Seven Magazine, Four Magazine, The Las Vegas Sun, Juxtapoz Magazine, Hi-Fructose, Vans, Argot & Ochre, Unruth, Complex, Booooooom, Arrested Motion, RVCA and Marin IJ.

Zio Ziegler – Et in Arte Ego

di Ivan Quaroni
“Tutti i veri artisti, che lo sappiano o no,
creano a partire da un luogo senza mente,
dalla quiete interiore.”
(Eckhart Tolle)

Vederlo dipingere un muro con le bombolette spray è come assistere a una fulminea epifania. Parte da un punto qualsiasi della superficie e riempie con le sue intricate figure tutto lo spazio disponibile, senza seguire un progetto o uno schizzo preparatorio. Zio Ziegler, classe 1988, è il nuovo enfant prodige della street art californiana, capace di eseguire graffiti di grandi dimensioni in tempi da record, come ha fatto in tutta l’area della Baia di San Francisco, dal Mission District a Sycamore street, fino al quartier generale di Facebook a Menlo Park, ma anche a Los Angeles, Puerto Rico, Cuba, New York e Tokyo.
A Milano, in una manciata di giorni, è riuscito a realizzare tre grandi murali: uno alla sede della Cinelli, storico marchio di biciclette; uno, lungo ben quindici metri, nel passante ferroviario di Repubblica (una gigantesca Venere tribale); l’ultimo in galleria, a introdurre i lavori della sua prima mostra personale europea.
Già, perché Zio Ziegler non è solo un graffitista, ma anche un artista tout court, di quelli che passano intere giornate a dipingere meditando sulle sorti magnifiche e progressive della pittura.
Il suo studio di Mill Valley, situato in una villa in cima a una collina nei dintorni di Sausalito, è una specie di Buen Retiro dove passa intere giornate a lavorare senza sosta, lontano dalle distrazioni della città. Lui si definisce un orso, ma gira il mondo come un grafomane globetrotter, sempre pronto a marcare il territorio con le sue immaginifiche visioni, un suggestivo mix di arte tribale e avanguardia cubista, stile pop e primitivismo, prepotentemente dominati dall’horror vacui.
I suoi wall painting, eseguiti rigorosamente in bianco e nero, rappresentano bizzarre figure ispirate alla mitologia e alla natura, creature ibride disegnate con un tratto incisivo, quasi brutale, ma modellate tramite un’intricata giustapposizione di motivi grafici e ornamentali.
L’uso dei pattern è, infatti, un elemento tipico del suo stile pittorico, teso a creare un effetto di straniamento nell’osservatore e un conseguente spostamento dell’attenzione dalla realtà esteriore a quella interiore. Anche se, proprio il gigantismo e l’impatto ottico sono i punti di forza dei suoi graffiti, popolati da impressionanti animali totemici e ieratiche veneri zoomorfe, in cui sembrano convivere i feticci apotropaici delle società primitive e le muse inquiete dell’immaginario simbolista. Il suo scopo è, infatti, rompere il muro d’indifferenza dei passanti e distoglierne i pensieri dalle preoccupazioni quotidiane, riportandoli alla bellezza del presente. Come succede, ad esempio, con l’oblungo murale intitolato The Venus of Milan, che campeggia nel cuore della metropolitana meneghina, come una sorta di selvaggio carpe diem suburbano.
Quella di Ziegler è una ricerca gioiosa e vitale, ma anche molto concreta. Lui la definisce “un’arte fisica per un mondo digitale”, anche se, paradossalmente, i suoi lavori hanno conquistato i tycoon della Silicon Valley, personaggi come Sean Parker, fondatore di Napster e primo presidente di Facebook, che gli ha commissionato il murale per la sede di Menlo Park, oppure Shervin Pishevar, direttore di Sherpa Ventures, che da lui si è fatto dipingere la sua lussuosa McLaren.
Quello che attrae delle opere di Ziegler è l’incontenibile energia, una specie di furia atletica e agonistica, che esplode in mille colori nei dipinti su tela e nei disegni, simili a grandi patchwork postmoderni, in cui confluiscono tutte le sue passioni artistiche e letterarie.
Le sue fonti d’ispirazione sono, infatti, variegate ed eclettiche quanto il suo stile e spaziano dal teatro all’arte, passando per il fumetto, l’illustrazione e la cultura folk. Legge David Foster Wallace, Somerset Maugham e Dostoevskij come i fumetti di Robert Crumb e studia l’arte di Rousseau, Picasso e Leger allo stesso modo di quella dei contemporanei Cy Twombly e Thomas Houseago. Insomma, è informato, veloce, onnivoro e, per di più, maledettamente giovane. Tutte qualità che si

traducono in uno spregiudicato uso della pittura, in barba alle tradizioni e alle gerarchie stilistiche che invece appesantiscono i suoi colleghi europei. Per Ziegler, che ha studiato filosofia alla Brown University e poi pittura alla Rhode Island School of Design, l’arte non è una faccenda per pochi eletti, ma un linguaggio universale, fruibile da tutti. Forse per questo in passato ha applicato il suo stile su qualunque tipo di oggetto e superficie, dalle carrozzerie di auto alle rampe per skateboard, alle scarpe da ginnastica. Convinto che l’arte debba essere accessibile a persone appartenenti a tutti i ceti sociali, ha fondato Arte Sempre ™, una società con sede in un’ex-serra di Mill Valley, ribattezzata The Greenhouse, che si occupa di commercializzare immagini originali dei suoi lavori, stampati su capi d’abbigliamento, cappelli, felpe e t-shirt.
Ora, però, giura di aver accantonato i side-project per dedicarsi esclusivamente alla pittura. I nuovi dipinti mostrano, infatti, una maggiore concentrazione e complessità. Prolifico e velocissimo quando si tratta di eseguire wall painting, Ziegler rivela un carattere più meditativo quando dipinge su tela. Per lui la pratica della pittura è una forma d’indagine personale e, insieme, una disciplina spirituale che si esprime nella forma di un percorso erratico nei meandri dell’inconscio individuale e collettivo. La tensione tra natura e artificio, tra istinto e civiltà, è uno dei suoi temi prediletti. Le sue opere non alludono mai a significati precisi, ma sono piuttosto traduzioni visive di suggestioni e stati d’animo spesso derivati dall’osservazione della realtà.
Et in Arte Ego, progetto realizzato appositamente per la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea, prende spunto dal motto Et in Arcadia Ego, che appare nei titoli di alcuni dipinti di Nicolas Poussin. La frase, idealmente pronunciata dalla Morte sopra un’iscrizione tombale significa “E anche io (sono) in Arcadia”. È un Memento Mori, un ammonimento sul carattere effimero del piacere, che Ziegler trasforma in una nuova sentenza sul ruolo dell’ego nell’arte.
Et In Arte Ego è una riflessione sulla morte creativa, ossia su quel coacervo di dubbi e contraddizioni che spesso impediscono agli artisti di realizzare opere oneste, che non obbediscono al gusto e alle mode del tempo.
Secondo Ziegler, “i più grandi dipinti non sono stati realizzati sotto la pressione dello zeitgeist, ma provengono dal vuoto della mente”, cioè da una dimensione creativa che trascende le limitazioni dell’ego. Forse è per questo, che la sua opera appare così eclettica e multiforme, quasi fosse il prodotto di una moltitudine di stili e linguaggi diversi, di una memoria collettiva che l’artista recupera e adatta alle esigenze di un Mondo Liquido – come ama definirlo Zygmunt Bauman – sempre più soggetto a processi di smaterializzazione.
Nell’arte di Zio Ziegler convivono, infatti, diverse anime. Se in opere come Figure without Expectations, Her Mystery, The Spring Time e Fate’s Intuition prevale un gusto arcaico memore della lezione del Modernismo europeo, in lavori come Et in Arcadia Ego, The Chains of Not Choosing e Portrait of Her si avvertono addirittura echi d’arte bizantina e preziosismi di marca Secessionista viennese.
Come un surfista del web, abituato a saccheggiare l’immenso serbatoio iconografico di Google, il giovane artista californiano percorre in lungo e in largo tutta la Storia dell’arte in cerca d’ispirazione. Non è un caso che la sua tendenza ad accostare immagini diverse, richiami proprio la logica del cut & paste digitale, tanto evidente nei dipinti Pattern and Movement, When no Man is King Every Man is King, Pattern Study #1 e Portrait Consumed by Pattern.
In fin dei conti, malgrado la sua avversione per le mode e la sua sincera ammirazione per i grandi maestri del passato, Ziegler è, più che mai, figlio del suo tempo. Uno dei pochi ad aver capito che combinare il presente col passato è l’unico modo di approdare a un’arte veramente autentica.

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