Da 4 A 5, 1999, Legno, Lana, Carta E Metallo, Dim

30.01 – 14.03.2003

PIERLUIGI CALIGNANO – 80.000

a cura di Raffaele Gavarro

80.000 è un numero dalle implicazioni senza dubbio simboliche. Naturalmente per via di quell’8 che, com’è noto, simboleggia l’eterno movimento della spirale celeste ed è anche il simbolo dell’infinito. Nel simbolismo religioso l’8 è il numero della beatitudine e della completezza interiore, dell’equilibrio cosmico. Nella tradizione orientale ha un significato molto importante; otto sono le forme assunte da Shiva e otto le braccia di Vishnu. Anche nella tradizione cristiana ha un grande significato: infatti l’ottavo giorno è quello della Resurrezione, il simbolo della vita eterna, il giorno in cui si assisterà alla condanna degli empi e al trionfo dei giusti. Nella tradizione simbolica legata all’architettura, tutte le costruzioni basate sull’ottagono sono simbolo di rigenerazione spirituale; inoltre la sua forma è una mediazione tra il quadrato e il cerchio. Il buddismo parla degli 8 sentieri da percorrere per giungere all’illuminazione. Proprio 80.000 sono poi le dottrine che il Budda insegnò per un periodo di cinquant’anni. Questo numero nelle scritture buddiste indica una quantità immensa, infinita. Un numero determinato che indica una quantità indeterminata. Un paradosso interessante. Perlomeno inattesa è questa presenza, così inequivocabile, del simbolo nel lavoro di Calignano. Anche se a ben vedere non era poi così imprevedibile. Dai primi robottini al sommergibile di “Assab One”, dalla città addormentata di “Enola Play” alle tende palafittate della recentissima personale a Viafarini, le questioni si sono infatti gradualmente spostate da un immaginario unicamente dipendente dalle forme dell’attualità più vigile, a quella di una dimensione onirica meno certificabile. Da qui il passo verso il significato dei numeri e la loro potenza simbolica, è meno grande di quello che può apparire.
Nato a Gallipoli nel 1971 Pierluigi Calignano è tra gli artisti più eclettici dell’attuale scena milanese. Per questa sua mostra alla galleria Colombo ha scelto di esporre una molteplicità di elementi differenti, cercando di dare un’idea concreta della complessa sfaccettatura del poliedro che è il suo mondo. Un luogo dove Calignano crea intrecci insospettabili tra mondo animale e robotica, tra storia dell’arte e immaginario fumettistico, tra forme realistiche e astrazioni altrettanto ben determinate.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo del curatore e raccoglie oltre alle immagini delle opere in mostra, quelle dei lavori realizzati nell’ultimo anno.

Pierluigi Calignano (Gallipoli, 1971) vive e lavora a Milano. MOSTRE PERSONALI: nel 2002 Ci sono sogni che preferirei non ricordare, Viafarini, Milano e Stretti stretti, alla galleria Perugi Arte Contemporanea a Padova; nel 1999 Op là, (con Lorenzo Scotto di Luzio), Galleria De Crescenzo & Viesti di Roma, a cura di R. Gavarro; nel 1998 L’invasione delle mono-cose, Galleria Salvatore + Caroline Ala, Milano e Creature Antiurto, Galleria Placentia Arte, Piacenza. Tra le MOSTRE COLLETTIVE ricordiamo: 2002 Assab one. La generazione emergente dell’arte italiana, Ex stabilimento GEA, Milano, a cura di L. Garbarino e R. Pinto; nel 2001: Enola Play, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, a cura di Raffaele Gavarro; SENZA MANI! Provos e biciclette bianche, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, a cura di M. Guarnaccia e M. Cingolani; nel 2000 Futurama, arte in Italia 2000, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, a cura di R. Gavarro e M. Meneguzzo; Ironic, a cura di L. Baldini, Trevi Flash Art Museum, Trevi (PG); nel 1999 Artbeat, a cura di G. Bartorelli e F. Fabbri, La Salara, Bologna/La Posteria, Milano; IX Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Ex Mattatoio, Roma; e poi ancora Arte in giro, Santuario di Oropa, Biella, a cura di Alberto Fiz; Castelli di carte, a cura di Francesca Kaufmann, Galleria Gian Ferrari, Milano; nel 1998 AREA, Galleria Salvatore + Caroline Ala, Milano; Prigionieri, C/O Care Of, Cusano Milanino (MI), a cura di G. Molinari; nel 1997 Arte per tutti, Palazzo Soave, Cotogno (Lodi), a cura di L. Parmesani; Aperto Italia 1997, Trevi Flash Art Museum, Palazzo Lucarini, Trevi (PG); Mercato Globale c/o Fuori uso (sezione giovani artisti), ex colonia Stella Maris, Montesilvano (PE); nel 1995/96 la collettiva in tre episodi alla Galleria Massimo De Carlo a Milano; e ancora nel 1995 Profanazioni, all’interno della manifestazione “Anni 90 – Arte a Milano”, Openspace, Milano, a cura di L. Parmesani e R. Bellini; Transatlantico, Viafarini, Milano, a cura di G. Di Pietrantonio e A. Garutti

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